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Francesco Pannofino, il ricordo è struggente: “C’erano le vittime a terra, i bossoli e il sangue”

Francesco Pannofino, star del cinema italiano, si è raccontato al Corriere della Sera. L’attore ha rivelato che il suo sogno nel cassetto era quello di diventare un calciatore professionista. “I miei miti erano Rivera, Mazzola e Riva. Allora, però, andavano i giocatori olandesi e quelli della mia età erano alti il doppio di me. O ti chiamavi Maradona, o non avevi speranza di sfondare”.

Francesco Pannofino ricorda l’agguato ad Aldo Moro

Francesco Pannofino il 16 marzo 1978 passò in via Fani poco prima dell’agguato ad Aldo Moro e alla sua scorta. “Dovevo prendere l’autobus per l’università, il motorino era rotto – ricorda l’attore -. Mi sono fermato in edicola a prendere il Messaggero. Stavo leggendo in prima pagina la notizia della Juve che era riuscita a passare contro l’Ajax grazie a Zoff, quando sono partite le raffiche. Sono scappato sul lato opposto della strada e con una vicina ci siamo nascosti in una viuzza laterale. Non è durato tanto. Quando sono ritornato indietro c’erano le vittime a terra, i bossoli, il sangue. Sembrava un film. Ma ho realizzato la gravità della cosa a casa: in tivù non si parlava d’altro”.

Dopo quarant’anni lo ha raccontato anche davanti alla Commissione stragi del Senato. “Sono stati anni in bianco e nero. Io ero figlio di un carabiniere e non lo dicevo certo in giro”.

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Di: Antonio Ferrantino

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