Q&A con Dafne Pasqualotto, jewelry designer.
Ho avuto il piacere e l’onore di invitare la designer di gioielli romana Dafne Pasqualotto nel mio studio, con cui ho da subito riscontrato una forte connessione a livello empatico. Dafne crea gioielli su commissione nel suo splendido opificio situato in una traversa di corso Italia ad Orbetello, una ridente cittadina lagunare maremmana di cui non si può non amare la scanzonatezza e quel savoir faire di chi non si prende mai troppo sul serio. Dafne ha dei modi molto pacati, ed ha veramente uno spiccato senso nel comprendere gli stati d’animo, le emozioni e le personalità di chi ha di fronte. Certamente per queste sue doti ha avuto modo di ampliare una consolidata cerchia di clienti, che le riconoscono queste doti fuori dal comune. I suoi gioielli si potrebbero (in modo comunque troppo banale) definire a tratti onirici e concettuali. Permettendomi di poter aggiungere qualcosa al suo percorso di artista su ciò che hanno scritto e sicuramente scriveranno di lei mi permetto di dire che sono pietre e gioielli che parlano all’anima. Ha da subito, ponendole una domanda del tipo ‘con quale pietra mi definiresti?’ infatti, individuato i miei temi astrali. Ciò mi ha profondamente colpito e posso senza ombra di dubbio affermare che queste sono doti fuori dall’ordinario.
Come ti sei avvicinata al mondo dell’oreficeria?
e’ stato uno dei tanti treni che ho preso al volo in vita mia. Studiavo architettura e mi è stato affidato un progetto legato al gioiello. Una jewelry designer romana con cui sono diventata molto amica si è talmente affezionata al mio progetto al punto che ho iniziato a collaborare con lei. In breve tempo la sua clientela ha iniziato a commissionarmi made-to-measure jewelry. La cosa ha funzionato così da profana inizialmente. Successivamente ho deciso di studiare oreficeria a Roma e lavorare. In seguito, in un continuum di perfezionamento, ho studiato all’Accademia orafa di Firenze. Il bello del mio percorso al di là delle tecniche è il modo in cui mi approccio al lavoro: nuove sfide, conoscenze, tentativi, ma anche fallimenti. Fino a quando non raggiungo la cosa più vicino a ciò che ho immaginato. Da un incontro è nata questa passione.
Come descriveresti i tuoi gioielli a chi non li ha mai visti? Stai esplorando nuovi medium?
Descrivere i miei gioielli non mi riesce. Non sono mai uguale a me stessa. Gli altri decodificano il mio stile. Io sono in continua evoluzione. E’ come quando ti chiedono… quali sono i tuoi pregi e difetti? Ogni etichetta che ci si attribuisce, dal mio punto di vista, è limitante. Il mio principio fondante è l’onestà . Devo sempre rispettare i miei principi e la mia morale. Potrei forse azzardare in qualche modo affermando “emotivi”. Oppure direi degli amuleti. In ognuno di loro puoi trovare una storia e un proposito. Da qui l’associazione con l’amuleto.
Nascono per auspicare qualcosa. I miei gioielli seguono questo percorso: sono il racconto e la personalità di chi ho difronte. Un racconto verbale o meno. A volte gli incontri con i miei clienti sembrano sedute di psicoterapia! Altri mi dicono “guarda questa foto, lascio fare a te”. E così via.
Un forte senso empatico quindi.
Esattamente , che io traduco con metalli e pietre. Lo starter dell’ ultimo treno che ho appena preso è iniziato con la mostra al polo culturale delle Clarisse a Grosseto a cui ho preso parte, dove ho portato un cammeo talmente bello e potente che ho deciso di bilanciarne la forza con materiali plastici e modellazione a cera persa (io lavoro quasi esclusivamente con questa tecnica). Questo mi ha aperto una nuova strada. Io amo il mix and match tra passato e presente anche se non guardo mai a quello che una cosa rappresenta, ma come si combinano.
In merito al valore di un oggetto…spesso chiedo quale sia il budget. Perché me quello è semplicemente il range entro cui muovermi. Sono certa che qualsiasi cosa, anche la più piccola, abbia il massimo da offrire. Si tratta solo di trovare il modo di renderlo evidente.
Amo spendere il tempo libero raccogliendo sassi e pietre. La meraviglia della natura mi stupisce. guardo alle cose non tanto per ciò di cui sono fatte, ma per quello che sono in grado di trasmettere. Trovo questo bilanciamento nella sperimentazione di materiali e tecniche diverse una fonte inesauribile di ispirazione, imprescindibile per realizzare qualcosa.
Hai una pietra preferita?
.Sono una collezionista compulsiva. Per ciascuna pietra ho già in mente la sensazione che mi darà la persona che varcherà la porta.
Spesso, laddove non c’è una precisa richiesta, mi capita di essere io a suggerirla, in fondo è un po’ come fare il mediatore tra le parti. Le pietre chiamano, basta tendere l’orecchio!
La mia pietra è una gemma che ho ignorato tutta la vita, la giada imperiale. Un giorno da un fornitore osservo una di queste giade che mi sembra dire “comprami”.
Una volta presa e portata a casa non sono mai riuscita a proporla a nessuno! A quel punto ho capito. Era la mia pietra. Ne ho fatto un anello che indosso regolarmente in determinati periodi. Sento una sorta di protezione. Insomma, è la mia pietra a dispetto di qualsiasi criterio razionale si possa adottare!
Hai sentito da subito questa vocazione da artista?
Ci sono nata dentro(Dafne è figlia d’arte,ndr). I miei primi ricordi olfattivi sono i colori ad olio. Ma è stato tutt’altro che immediato. All’Università prima di trovare la mia strada ho frequentato diversi corsi e atenei, ma alla fine con fatica ho compreso che non potevo evitare questo modo di esprimermi. All’inizio come ti dicevo ho scelto Architettura, qualcosa di intimamente legato all’arte, ma più razionale. Alla prima occasione poi ho trovato la mia strada nel jewelry design. Per me più che un lavoro è un divertimento. Io amo le pietre sopra ogni cosa. Il mio sogno da bambina era fare l’astronauta o l’archeologa.E’ stato come chiudere un cerchio per me e una riscoperta.
Quale tipologia di clientela ti diverte di più ovviamente tenendo presente che è sempre un piacere…
Sicuramente la clientela maschile. Hanno un approccio completamente diverso dalle donne (che in quanto dirette destinatarie sono più consapevoli o comunque informate) È molto stimolante attraverso i loro racconti cercare di interpretare l’emozione e il sentimento che li spinge, insieme alla speranza di cogliere l’essenza di chi lo riceverà. Si tratta di soddisfare due sconosciuti in un sol colpo. È una bella sfida.
La mia clientela comunque ormai si autoseleziona. Sono persone molto consapevoli. Le persone che vengono da me sanno già che tipo di servizio offro e lo sfruttano al meglio. Sono sempre persone con un determinato percorso. Si percepisce anche solo da un gesto, uno sguardo.
Il tuo album e film preferito e artista.
Sono totalmente incostante. Ogni periodo cambio musica, film e sperimento. A me è sempre piaciuto il cinema d’essai. All’epoca magari consigliavo film come “PI greco – teorema del delirio” che ad oggi non guarderei mai. Ad oggi direi “interstellar”, un film mainstream che mi è piaciuto per il tema del viaggio e dell’universo a cui, come precedentemente menzionato, sono molto legata. Anche sulla musica sono in difficoltà. Potrei menzionare un’artista francese che ho sentito durante i miei viaggi in Francia. Un’ex artista di strada che successivamente è esplosa. Ha una bella poesia. Si chiama ZAZ. per quanto riguarda l’arte pittorica sono una modesta collezionista con grandi pretese. Circa una volta l’anno mi regalo un pezzo di qualcuno. Come per i gioielli spazio tra il vecchio e il nuovo. Dell’ arte contemporanea amo l’occasione di omaggiare artisti emergenti. Ad esempio, per fare un nome, mi piace molto Jose Luis Cena, un visionario legato alla realtà. L’arte è dialogo. Movimento. Una preziosa lezione di mio nonno, che per tutta la vita è stato fedele in questa ricerca.
Non posso non citare Daniela Astone, una grande artista e amica, una donna potente per la sua saggezza e umiltà. Un’ispirazione costante.
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Di: Redazione